L’ultimo anno ha decisamente ridisegnato gli equilibri di molti settori commerciali, da una parte confermando le previsioni negative, dall’altro mostrando un deciso trend di crescita per alcuni comparti.
Se la situazione di emergenza in corso ha fatto registrare negli ultimi mesi un drastico calo delle esportazioni Made in Italy in molti settori, in decisa crescita è l’agroalimentare con un +3,5% (analisi della Coldiretti su dati Istat), secondo solo ai prodotti farmaceutici (+10,5%).
Il vino, in particolare, ha segnato un +5,1% nel primo quadrimestre del 2020, un dato significativo se si pensa che il periodo include i mesi critici di marzo e aprile trascorsi dal nostro Paese in stato di lockdown.
Mercato trainante, oltre a quelli emergenti di Canada, Russia, Giappone, Cina, Svizzera e Brasile, gli Stati Uniti che, nel solo primo bimestre dell’anno, per il timore che potessero essere imposti dazi sulle etichette made in Italy, ha fatto registrare un +40% di esportazioni.
Un altro mercato che si sta facendo sempre più largo tra i principali clienti del nostro Paese è quello canadese che ha contribuito a confermare il trend positivo con un +7,1%.
Un quadro decisamente positivo, soprattutto se confrontato con il mercato francese, che ha perso il 10,1%, e con quello australiano ugualmente in perdita.
Merito certamente dell’ampia diffusione nella Gdo statunitense ma anche dell’ottimo rapporto qualità-prezzo che contraddistingue le etichette italiane.
Per quanto riguarda l’olio, a fronte di una decisa riduzione della produzione, anche qui l’export mantiene un segno positivo.
“Il settore dell’olio d’oliva ha evidenziato una buona capacità di tenuta alla crisi sanitaria”, ha dichiarato Raffaele Borriello Direttore Generale dell’Ismea, che ha aggiunto “Alla maggior domanda da parte della Gdo si è aggiunto un export piuttosto dinamico. Nei primi sei mesi del 2020, la maggior domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28%) e dalla Francia (+42%) e, caso raro per il settore, abbiamo avuto una bilancia commerciale in attivo.”
In particolare sono stati proprio i primi mesi dell’anno, quelli del momento di maggiore emergenza, a registrare il dato più elevato con un +17% nelle esportazioni (Istat), con un calo poi a partire da maggio.
Un quadro da studiare con attenzione anche per i prossimi mesi, per affrontare con le giuste strategie il posizionamento sui maggiori mercati trainanti per l’export del Made in Italy. Strategie di brand e di prodotto, necessarie per emergere sulla concorrenza e rendere il proprio prodotto unico e riconoscibile.
